Crisi ACC e Ideal Standard: l’eurodeputata PD Gualmini scrive a Mattarella e Draghi
Egregio Presidente della Repubblica,
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
Vi scrivo, motivata da una forte preoccupazione in merito alla drammatica crisi occupazionale che sta toccando l’intera comunità del bellunese, riguardante due importantissime imprese del Comune di Borgo Valbelluna, Acc Wanbao e Ideal Standard.
Acc Wanbao, che opera nella filiera del freddo, rappresenta ancora quel tipo di produzione manifatturiera italiana che tanto ha dato allo sviluppo del paese e che ha reso il Made in Italy sinonimo di qualità in tutto il mondo. La fabbrica di Acc ha tuttora un portafoglio di ordini/clienti importante, una qualità riconosciuta a livello internazionale e risorse umane che considerano l’azienda la loro seconda casa e che nonostante le difficoltà hanno dimostrato tutto il loro attaccamento e impegno nei confronti dell’azienda. Ci troviamo in una situazione paradossale; parliamo di una realtà industriale, quella di Acc Wanbao, in corso di fallimento, che tuttavia ha volumi in aumento del 36% e vendite e fatturato con un segno sostanzialmente positivo. I numeri non sono tutto, ma certificano come ACC sia una realtà dinamica che può continuare a creare valore aggiunto nell’ambito del polo industriale dei compressori. I problemi di liquidità non possono mettere a repentaglio una storia lunga cinquant’anni e, di conseguenza, la vita di tanti lavoratori (350 dipendenti). È inaccettabile come un marchio riconosciuto del Made in Italy, azienda unica nel suo genere nel nostro paese, sia per l’ennesima volta costretta a vivere giorni d’angoscia.
Per quanto riguarda Ideal Standard, la situazione risulta ancora più drammatica e anche in questo caso paradossale, poiché l’azienda rappresenta in assoluto il punto più alto di professionalità in Italia sulla lavorazione e il design della ceramica. Com’è noto, Ideal Standard è inoltre l’unica azienda italiana e una delle poche a livello europeo che progetta, produce e commercializza l’intera gamma del settore dell’arredo bagno attraverso brand riconosciuti come “Ceramica Dolomite” e appunto “Ideal Standard”. Il 27 ottobre scorso i vertici dell’azienda si sono presentati al Mise dove erano attesi per illustrare un nuovo Piano industriale, mentre è stata comunicata la cessazione delle attività produttive e l’alienazione dei suddetti marchi storici.
A livello occupazionale sono circa 500 le famiglie coinvolte, senza contare l’indotto, un disastro immane per l’intera provincia bellunese.
È del tutto evidente che non si può scindere l’aspetto industriale da quello sociale. È sconcertante osservare come nello stesso territorio, e nello stesso momento, si arrivi alla chiusura di due siti industriali, con l’effetto di allontanare intere famiglie dalla zona per cercare nuove occupazioni aggravando ulteriormente il fenomeno già insidioso dello spopolamento demografico. Esiste poi anche un impatto indiretto: il calo dell’occupazione porta inevitabilmente alla contrazione dei consumi, alla cessazione delle attività commerciali di prossimità e anche dei servizi alla persona più rilevanti, dalle poste agli sportelli bancari, ai servizi assistenziali. Gli effetti sono negativi, ovviamente, anche sulla tradizionale vocazione turistica.
Sono intimamente convinta che la risposta a tutto questo non possa che passare da una seria politica industriale che troppo ha latitato negli ultimi vent’anni nel nostro paese. Le sfide da cogliere e da esplorare potrebbero essere molteplici, come una maggiore declinazione del PNRR verso realtà industriali certamente in difficoltà ma con possibilità di riscatto e potenziale per poter competere sui mercati globali. Infine, vanno forse ripensate le società partecipate dalle Regioni; si potrebbe infatti puntare, alla luce delle criticità societarie che si sono palesate in questi anni, su una sorta di “Cassa depositi e prestiti” regionale che per un lasso di tempo delimitato sostenga e rilanci attraverso una partecipazione temporanea realtà industriali in crisi di liquidità ma che possono ancora reggere in maniera positive le sfide dell’innovazione e del mercato.
In qualità di europarlamentare per il collegio del Nord-Est, mi rendo quindi disponibile per qualsiasi tipo di interlocuzione in modo da poter affrontare e gestire insieme le conseguenze delle due crisi aziendali. E chiedo con forza un Vostro intervento al fine di salvaguardare i livelli occupazionali della comunità bellunese.
Con grandissima fiducia per un Vostro interessamento e una stima infinita per ciò che rappresentate,
Bologna, 08/11/2021
On. Elisabetta Gualmini