De Moliner: “Il Reddito di cittadinanza butta all’aria il REI: povertà = disoccupazione”
Nel giugno 2018, il Partito Democratico della Città di Belluno aveva promosso una conferenza sul tema del contrasto alla povertà assieme a sindacati e amministrazione comunale, al fine di spiegare come fosse necessario non disperdere il buon lavoro fatto dal governo Gentiloni con l’istituzione del REI (Reddito di Inclusione); già allora, avevamo evidenziato come con un raddoppio dei finanziamenti nel 2019, quindi una spesa a regime di 6 miliardi annui, lo strumento avrebbe efficacemente coperto quasi tutta la platea dei beneficiari, ovvero quasi 5 milioni di individui.
Si è scelto invece di buttare all’aria quasi due anni di lavoro sul territorio, un percorso di collaborazione tra Governo, amministrazioni locali e uffici pubblici, sindacati e mondo associazionistico.
Con il Reddito di Cittadinanza, torniamo al punto di partenza, forse anche qualche passo più indietro: la centralità che il REI dava ai Comuni, ente capofila e più vicino alle esigenze dei cittadini, oggi viene assunta dai Centri per l’Impiego, realtà tutt’altro che pronte per prendersi carico di questa situazione.
La mole ingente di vincoli inseriti va ad aggiungersi ad una complessiva mancanza di personale addetto al controllo e al monitoraggio della misura. Questi fattori, uniti all’entità dell’assegno monetario previsto, in molti casi poco inferiore alle retribuzioni medie di alcune fasce di lavoratori, sono elementi che rischiano di aprire le porte all’illegalità, specialmente al lavoro nero.
Il Partito Democratico è favorevole al dare risposte alla povertà: il REI ne è la dimostrazione, perché frutto di un percorso di ascolto delle realtà che tutti i giorni lavorano contro la marginalità e l’esclusione sociale. Per questo, non condividiamo il nuovo strumento del Reddito di Cittadinanza, non per la sua natura “assistenziale”, ma perché profondamente inefficace e sbagliato. Si doveva potenziare il Reddito d’Inclusione perché questo era uno strumento di aiuto per uscire da una condizione di marginalità, indipendente dalla sola condizione lavorativa; il Reddito di Cittadinanza, invece, riduce i disagi derivanti dall’esclusione sociale solamente come il frutto della mancanza di un lavoro stabile.
Una scelta, quindi, profondamente difforme perché pone sullo stesso piano povertà e disoccupazione, che invece sono due problematiche diverse, difatti si può essere poveri anche lavorando con situazioni personali e famigliari particolarmente gravose, quali separato, disabilità, dipendenza ecc.
Pertanto, non possiamo che condividere e esprimere apprezzamento nei confronti dell’Assessore alle politiche sociali del Comune di Belluno, Valentina Tomasi, in merito alla presa di posizione apparsa negli ultimi giorni sulla stampa rispetto alle criticità del Reddito di Cittadinanza. Chiediamo quindi con forza all’Amministrazione comunale, visto il ruolo di Comune Capoluogo che attiene a Belluno, di continuare ad opporsi al governo nazionale rispetto a questa misura: un dovere in primis nei confronti dei cittadini direttamente interessati.
Roberto De Moliner
Segretario dell’Unione Comunale PD di Belluno