Fusione Bim Gsp e Bim Infrastrutture: dai Sindaci di Belluno e Feltre uno spettacolo imbarazzante
Su una questione di fondamentale importanza per tutto il territorio provinciale come la fusione tra le due società pubbliche di Bim Gsp e Bim Infrastrutture, i sindaci di Belluno e Feltre, i due centri principali della Provincia, hanno offerto uno spettacolo imbarazzante.
Alla fusione, è ovvio, non c’erano alternative ed era importante che le risorse derivanti dalla vendita delle reti gas restassero tra le disponibilità di una società pubblica che, si auspica, potrà avere un ruolo determinante nella gestione dei servizi fondamentali nel prossimo futuro. Parliamo infatti di servizio idrico integrato e di sviluppo e potenziamento delle energie rinnovabili, determinanti per il nostro territorio. Parliamo, in sostanza, della più grande operazione degli ultimi decenni relativa alla gestione della nostra più importante risorsa: l’acqua.
Proprio l’importanza dell’operazione poteva essere l’occasione per una seria riflessione che, per esempio, portasse a rivedere l’annosa questione della pesatura dei soci in seno alla nuova società. Questo tema doveva essere proprio il precipuo interesse di Belluno e Feltre. La nuova società, infatti, non risolve il problema originario dove ogni socio, indipendentemente dalla popolazione che rappresenta, conta uguale. Era quindi auspicabile, con l’occasione dell’approvazione del nuovo statuto, immaginare un nuovo modello di società. Poteva essere l’occasione per una seria riflessione che per esempio, portasse a rivedere il metodo di calcolo della maggioranza in seno alla società, introducendo il sistema della doppia pesatura (maggioranza dei Comuni e della popolazione rappresentata). O ancora, poteva essere l’occasione per rivedere il meccanismo di cessione delle quote, per evitare qualsiasi possibilità di acquisto delle stesse da parte di privati. Ma al posto di intavolare un vero e proprio tavolo di trattative con i sindaci e gli addetti ai lavori tanto sulla quotazione societaria quanto sugli impieghi delle risorse disponibili, le amministrazioni di Belluno e Feltre hanno invece contribuito a fare solo confusione, offrendo al pubblico degli addetti ai lavori – e non solo – uno spettacolo disarmante.
“Il Comune di Feltre” osservano i gruppi consiliari di opposizione PD Feltre, Cittadinanza e Partecipazione, Idea per Feltre, Sinistra Feltrina “è riuscito prima ad astenersi sulla fusione in seno all’assemblea dei soci del Consorzio Bim Piave, poi, quando in Consiglio Comunale l’assessore Bona non era riuscito nemmeno a spiegare i motivi della sua astensione, la Sindaca Fusaro ha annunciato che, contrariamente a quanto fatto il giorno prima proprio dal suo delegato, avrebbe votato a favore della fusione nelle assemblee del Bim Gsp e di Bim Infrastrutture. A fronte di questo, apprendiamo dalla stampa che l‘assessore Bona avrebbe fatto mettere a verbale delle inutili “raccomandazioni” che non hanno alcun senso e tantomeno alcun valore giuridico“.
“A Belluno il sindaco De Pellegrin ha invece dato vita ad una rappresentazione del teatro dell’assurdo” dichiarano i gruppi consiliari di opposizione PD Belluno, Insieme per Belluno, Valore Comune, In Movimento, Belluno D+. “In consiglio comunale il Sindaco ha addirittura negato di aver votato favorevolmente alla delibera sulla fusione approvata dall’assemblea del Consorzio Bim (la stessa in cui Feltre si era astenuta) dicendo, peraltro, che era pronto a sottoscrivere tale affermazione. Peccato che a smentire De Pellegrin ci abbia pensato direttamente il suo collega Sindaco di Comelico Superiore, tra l’altro della stessa area politica, e Presidente del Consorzio Bim Piave Belluno Marco Staunovo Polacco, il quale ha candidamente dichiarato a mezzo stampa che Belluno non solo era presente ma che ha anche votato per la fusione. Insomma il Sindaco ha mentito in Consiglio Comunale? Oppure non si è neanche reso conto di aver votato all’assemblea del Consorzio? Giudichi il lettore quale sia l’ipotesi peggiore, noi non sapremmo scegliere“.
“Ma gli assurdi atteggiamenti del Sindaco del comune capoluogo non finiscono qui“, continuano i gruppi di opposizione, “apprendiamo dalla stampa che De Pellegrin non era nemmeno a conoscenza della destinazione dei fondi derivanti dalla fusione motivo per cui, unico tra i sindaci di tutta la Provincia, in sede di assemblea di Bim GSP e di Bim Infrastrutture ha votato contrariamente agli indirizzi per la fusione ma a favore della fusione stessa. Una confusione incredibile, che la dice lunga sull’isolamento politico del capoluogo. De Pellegrin ha dimostrato che non intendeva chiedere nessuna modifica statutaria ma che il suo unico obiettivo è restare a galla distribuendo qualche piccolo contentino agli ormai troppi dissidenti nel tentativo di puntellare la sua traballante maggioranza“.
Insomma, in una operazione da 50 milioni di euro, le due amministrazioni che dovrebbero fare da guida in provincia si sono dimostrate isolate, confuse e spaesate. Uno spettacolo avvilente per una operazione che avrebbe dovuto e potuto segnare una svolta dei servizi provinciali.