Lupi, Saviane (PD Alpago): la Regione lascia soli gli allevatori
Dopo gli ultimi eventi verificatisi nella conca dell’Alpago, dove il bestiame degli allevatori è stato ripetutamente colpito da frequenti attacchi dei lupi, nonostante gli allevatori stessi facessero a turno di notte per proteggere i loro capi, il Circolo del Partito Democratico dell’Alpago chiama in causa la Regione Veneto.
«La Regione dovrebbe assumersi la responsabilità di prendere una decisione sulle politiche da attuare per tutelare gli allevatori, professionisti e non, evitando così lo spopolamento della montagna», afferma la Segretaria del circolo PD Alpago Lucia Saviane.
«Nessuno vuole insinuare che non ci sia spazio per il lupo, anzi in altri luoghi, ad esempio la Lessinia, i lupi esistono da tempo. In Alpago, soprattutto in Cansiglio, il branco di lupi è stato attirato da un aumento esponenziale degli ungulati – cervi in particolare – avvenuto negli ultimi 20-25 anni, e da un ripensamento di alcuni allevatori ritornati a frequentare i pascoli di montagna. In poco più di 10 giorni, il lupo ha sbranato in due diverse aziende un totale di 60 capi, tra ovini e ungulati».
L’impatto sul territorio e le possibili soluzioni
«Anche le associazioni venatorie si sentono colpite», aggiunge Saviane, «ovviamente in modo minore rispetto agli allevatori, per i quali il bestiame è fonte di reddito. La Regione deve dunque agire, in collaborazione con gli enti locali, le associazioni agricole e venatorie e la comunità scientifica, per rafforzare le precauzioni messe in campo, quali: fornitura di sistemi di protezione; stabilire il numero sostenibile di branchi sul territorio; individuare una cifra del capo abbattuto che vada al di là del valore del capo stesso. Non possiamo infatti pensare che l’allevatore venga risarcito con soli 150 euro per un ovino».
La mancata gestione del fenomeno è stigmatizzata anche dal deputato bellunese Roger De Menech: «Lucia Saviane fa bene a sollevare il tema. La Regione deve affrontare il problema. Da troppo tempo allevatori e agricoltori della conca attendono invano risposte. Inoltre, i risarcimenti devono essere erogati con maggiore frequenza e tempestività. Chi perde la fonte principale del proprio reddito non può permettersi di sopportare le lentezze dell’elefantiaca burocrazia della Regione Veneto».