Specificità della provincia di Belluno
La Provincia di Belluno è diversa da tutte le altre. Tali differenze sono riconosciute dalla riforma delle Province, la legge Delrio, e dallo Statuto della Regione Veneto. Inoltre la legge 25 del 2014, con cui il consiglio regionale ha attuato le previsioni dello Statuto, assegna alla provincia di Belluno una serie di materie e di competenze finora in capo alla Regione. E’ sufficiente soffermarsi sul grado di attuazione di questi tre provvedimenti per individuare dove il maggior grado di autonomia del Bellunese si blocchi.
Il Partito Democratico della Provincia di Belluno chiede il rispetto e la puntuale applicazione di queste norme. La riforma Delrio ha assegnato alle tre province montane (Belluno, Sondrio e Verbania) nuove competenze tra cui lo sviluppo strategico, la gestione di servizi in forma associata e le relazioni istituzionali con province, province autonome, regioni, regioni a statuto speciale ed enti territoriali di altri Stati. Queste nuove competenze sono già in capo a Belluno.
Quando si sostiene che la proposta legislativa della Regione Veneto è in linea con la Lombardia si dice una sciocchezza. Infatti, rispetto alla Lombardia, che ha assegnato a Sondrio le competenze che già le province lombarde esercitavano, noi siamo più avanti e la Legge 25 e l’art. 15 conferiscono alla Provincia di Belluno ben altre competenze oltre a quelle che esercitano già.
Questo è il primo passo indietro che fa la Regione dopo quanto ottenuto. È inaccettabile che si retroceda dalle posizioni raggiunte.
C’è poi l’annosa questione dei canoni idrici che si trascina fin dall’approvazione, nel febbraio del 2006, della legge con cui la regione ha trasferito alla provincia di Belluno le funzioni di gestione del demanio idrico e dell’introito dei canoni ricavati all’utilizzazione del demanio stesso (art. 3 della legge regionale n. 2 del 3 febbraio 2006, legge finanziaria).
Oggi la provincia di Belluno ha già i canoni idrici ed essi sono aggiuntivi alle risorse che la Regione da sulle funzioni che la provincia di Belluno esercita già. Dicendo che “le funzioni conferite alla Provincia di Belluno ai sensi dell’art. 13 siano finanziate con gli introiti derivanti dai canoni per le concessioni di derivazione d’acqua a scopo idroelettrico, comprese le grandi derivazioni, nonché per le concessioni di beni del demanio idrico rilasciate nell’ambito della Provincia di Belluno“ la Regione non dà più risorse ma le sottrae in quanto non sarebbero più aggiuntive ma in sostituzione di altre risorse che la Regione non erogherà più.
Tra l’altro gli eventi della scorsa estate, frane, alluvioni ed esondazioni non attendono i tempi della burocrazia ne tanto meno quelli della politica. La Regione utilizzi quei fondi per l’attuazione di interventi di sistemazione idrogeologica nel territorio provinciale, in conformità alla programmazione regionale non può utilizzare i canoni idrici per finanziare la legge 25 sull’autonomia alla Provincia di Belluno. Quest’ultima prevede che la Regione si spogli di alcune funzioni e le passi a Belluno con tanto di personale, finanziamenti e risorse strumentali.
Infine “la norma prevede altresì che in caso di conferimento in via diretta da parte della Regione di ulteriori funzioni alla Provincia di Belluno” . In caso di conferimento? Lo statuto e la Legge dicono che le competenze vanno conferite. Anche in questo caso vediamo come la Regione non adempie a quanto previsto ma si svincoli dal conferire le competenze e le risorse adeguate.
L’emendamento presentato dal Partito Democratico stabilisce che i 100% dei canoni idrici, il 100% del bollo auto e il 100% della tassa di concessione regionale vengano riscossi dalla Provincia di Belluno per assicurare l’esercizio delle funzioni conferite o da conferire in attuazione della Legge 25 del 2014. Ha lo scopo di assicurare alla Provincia le risorse adeguate per gestire le funzioni assegnategli. Siamo in una fase delicata e decisiva per la nostra Provincia, nella quale è necessario il contributo di tutti al fine di ottenere ciò che ci spetta.