Non è l’accordo con il Bard a togliere il consigliere al PD
Leggo con attenzione le parole dell’ex consigliere Sergio Reolon alla stampa. La sconfitta del Partito Democratico e di Alessandra Moretti è stata una sconfitta pesante, che ha portato i vertici regionali ad un assunzione di responsabilità non totalmente imputabile alla figura del segretario Roger De Menech ma giusta, dovuta alla composizione unitaria della segreteria che, dopo tale colpo, non risulta più essere unita. Durante l’Assemblea Provinciale, invece, tutti i membri hanno confermato la fiducia alla segreteria di Erika Dal Farra (2 gli astenuti), chiedendole uno sforzo per allargare la proposta e per rilanciare il partito, anche in vista dei prossimi appuntamenti in cui il PD dev’essere forza di progettualità politica determinante.
Il risultato elettorale non ha solo rappresentato una sconfitta a livello di amministrazione del Veneto, ma non ha permesso a nessun candidato, né all’interno del Partito Democratico né delle liste candidate insieme ad esso con Alessandra Moretti, di portare la propria voce a Palazzo Ferro-Fini. Infatti, per avere un seggio pieno all’interno della provincia di Belluno, una lista avrebbe dovuto raggiungere il 33.33% (risultato al quale nessuno si è nemmeno avvicinato). Per l’assegnazione dei resti, invece, valgono i valori assoluti ed è chiaro che Belluno non può competere con le altre province sulla base del numero di voti, pescando in un territorio scarsamente popolato. Scorretto parlare di un accordo che ha messo a rischio l’elezione del nostro consigliere, poiché al PD sarebbero mancati 7532 voti per l’eletto; Veneto Civico, al cui interno vi erano alcuni esponenti del Bard, ha raggiunto il consenso di 2879 persone. Inutile dire come un calcolo politicamente scorretto della somma di PD e Veneto Civico non avrebbe comunque garantito l’eletto al nostro schieramento: ciò comporta che l’accordo con il BARD non ha messo a rischio l’elezione di un Consigliere regionale del Partito Democratico, ma che la causa risiede nella stessa legge elettorale votata.
L’accordo trasparente con il PD nazionale, nella figura del vicesegretario Lorenzo Guerini, e il Bard nasce ancor prima di queste elezioni, quando in assemblea provinciale riconosciamo per la prima volta dopo tanti anni la distinzione tra due forze politiche come il Partito Democratico e il Bard. Per altro l’accordo non solo riconosce il percorso fatto dal Partito Democratico sull’autonomia negli ultimi anni ma richiede l’elettività della Provincia di Belluno, all’interno delle forme di specificità e di autogoverno per cui da molti mesi ci battiamo. In un momento di analisi e discussione di voto è necessaria la più ampia partecipazione possibile; spiace per Quinto Piol che è uscito dall’assemblea (invitato in quanto membro della direzione) poiché non ha potuto partecipare ad un dibattito che non è stato per nulla frenato dalla presenza di Diego Cason, il quale per chiarezza non è intervenuto perché non facente parte dell’Assemblea. Il dialogo è stato costruttivo ed importante alla luce di una sconfitta che oggi ci dovrebbe vedere tutti uniti per il bene di un Partito, così come nelle mie proposte di rilancio consegnate alla Segreteria Provinciale, e non pronti alla caccia alle streghe.
Lillo Trinceri, membro dell’assemblea provinciale