Demanio idrico, la gestione ai bellunesi
L’ipotesi di realizzare delle nuove centraline idroelettriche nel tratto di Piave fra Ponte nelle Alpi, Belluno e Limana rendono evidente la totale mancanza di pianificazione da parte della Regione. Il Partito Democratico della Provincia di Belluno resta in prima linea per stimolare la Regione a intervenire. Il problema infatti persiste da ormai troppi anni, e queste ultime richieste di autorizzazione lo hanno reso ancora più clamoroso.
“Servono con urgenza due cose”, afferma la segretaria provinciale del PD, Erika Dal Farra: “un piano regionale e provinciale dell’acqua completo di monitoraggio quantitativo e qualitativo. Solo con un piano così articolato è possibile stabilire i criteri in base ai quali è ammessa o meno la costruzione di una centralina lungo un corso d’acqua”. In secondo luogo, prosegue la Segretaria “è necessario che la Regione riveda il sistema di autorizzazione. Le ultime vicende ci offrono un quadro chiaramente inadeguato e al limite del ridicolo”.
In questo contesto, dice ancora Dal Farra, “bene hanno fatto i sindaci di Ponte nelle Alpi, Belluno e Limana ad opporsi con fermezza a progetti il cui comune denominatore è non avere alcun beneficio pubblico. Lo ripeto per l’ennesima volta, l’acqua è un bene comune fondamentale per la provincia”. Per questo le autorizzazioni e le concessioni “devono rimanere sotto il controllo pubblico e, nel Bellunese, le competenze devono essere affidate alla Provincia”.
In questo senso il PD bellunese stimola gli enti locali, Comuni e Provincia, a completare l’iter di affidamento complessivo della gestione del demanio idrico all’ente di area vasta, processo cominciato nell’ormai lontano 2006 ma finora mai attuato. Il PD sollecita per questo una presa di posizione unitaria e forte da parte del “sistema provinciale” nei confronti della Regione. “Lavoriamo insieme per evitare la progettazione in serie, figlia di una stagione ormai al tramonto; mettiamo al centro il bene acqua a 360 gradi, con le sue valenze ambientali, turistiche, paesaggistiche e pensiamo alla risorsa energetica solo se compatibile con tutto l’ecosistema”.