Roger De Menech riunisce gli amministratori per un confronto sul futuro del Bellunese
Il deputato bellunese Roger De Menech riunisce Lunedì 27 Novembre sindaci e amministratori per affrontare insieme il futuro della comunità bellunese. L’incontro è intitolato “Provincia di Belluno: Una polveriera pronta a esplodere?”.
«E’ solo il primo passo», spiega De Menech. «In seguito, insieme agli amministratori ci confronteremo con tutti i portatori di interesse, a partire dalle categorie economiche e sociali per decidere un percorso unitario. Una cosa è certa: fermi non possiamo stare, significherebbe arrendersi alla marginalità».
«Sono venti anni che chiediamo misure strutturali per ridurre il “differenziale montagna”. Qualche piccolo passo avanti è stato fatto grazie ai governi nazionali, ma è del tutto insufficiente, soprattutto perché la Regione non sembra determinata. Qui c’è una comunità che si spopola e che invecchia, poco attrattiva per i giovani e molto difficile da gestire. O a Roma e soprattutto a Venezia si mettono in testa che questa è la questione da risolvere, ora, oppure decideremo per noi. In piena autonomia».
L’incontro di lunedì è aperto a tutti i sindaci, gli amministratori e i cittadini interessati a costruire un futuro equo per il Bellunese. L’appuntamento è alle ore 18.00 in Sala Luciani del Centro Giovanni XXIII di Belluno.
Ci sarà Erika Dal Farra, segretaria provinciale del PD, a testimoniare l’attenzione della politica sul tema e in considerazione dell’assemblea del partito convocata lo stesso giorno per discutere del dopo Sappada. Partecipano, tra gli altri, il presidente della Provincia e sindaco di Longarone Roberto Padrin, il sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin, la sindaca di Lamon Ornella Noventa e il vicesindaco di Feltre, Alessandro Del Bianco.
“Un territorio debole e fragile: serve coraggio”
Svaluto Moreolo (Circolo Oltrardo): “Le fughe ? A Venezia”
IL MALUMORE
BELLUNO Preda di Trento e Bolzano, o sguardo verso la pianura?
Il dubbio non è amletico, per quanto esistenziale. E’ una provocazione.
E arriva all’indomani dello “scoppio della polveriera” ovvero della serata-convegno organizzata dal PD e dal deputato Roger De Menech per discutere della situazione provinciale dopo l’addio di Sappada.
Il rischio è emerso dalla serata di lunedi – è che il trasloco in Friuli Venezia Giulia del Comune ormai ex bellunese possa scatenare un effetto domino
Del resto, sono diversi i Comuni che hanno espresso una volontà chiara di andare “dall’altra parte”, verso Trento e Bolzano.
Cortina su tutti.
Ed è normale aspettarsi che 1’Alto Adige non si lascerà scappare la possibilità di mettere le mani sulla “perla” delle Dolomiti.
Da qui la domanda lanciata lanciata come una bomba nella polveriera: «Perché non andare con la Città metropolitana di Venezia ?”
Lo chiede Mario Svaluto Moreolo, segretario del circolo Qltrardo.
« Ho assistito al dibattito, è stata l’occasione per prendere atto della condizione di debolezza e fragilità in cui versa la nostra comunità provinciale”.
II segretario dell’0ltrardo ripropone una sua riflessione del 2014.
Evidentemente i tempi cambiano. la provincia di Belluno no.
«La comunità e la politica si trovano di fronte a una seria valutazione sulla situazione istituzionale e territoriale.
A nord c’è la Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, con tutto il peso politico, economico e strutturale di cui e dotata.
A sud c’è la città metropolitana di Venezia, con il suo peso politico, economico e strutturale.
E necessaria una presa di posizione coraggiosa, responsabile e di prospettiva circa la collocazione della nostra Provincia.
E’ più utile una Provincia, a sé stante che si raccordi definitivamente alle due realtà autonome di Trento e Bolzano?
O è più utile una Provincia che si raccordi o faccia parte della Città Metropolitana di Venezia, rivendicando comunque la specificità garantita dallo Statuto Regionale?”
Ai posteri…..ops, alla politica, l’ ardua sentenza.
Damiano Tormen – Il Gazzettino 29 novembre 2017