Crisi medici, Lotto: «Servono incentivi a chi lavora in montagna»
«Dobbiamo attrezzarci per rendere attrattivo il lavoro dei medici in montagna e in provincia di Belluno. Lo dico senza alcuno spirito polemico nei confronti della Regione Veneto, ma con l’urgenza di dover fare fronte a un’emergenza lunga e alla necessità di garantire il servizio sanitario e dunque il diritto alla salute a tutti i cittadini, a chi abita in città e chi nei piccoli comuni di montagna». La Segretaria provinciale del PD, Monica Lotto, fa la sintesi di una serie di incontri con medici e operatori del settore sanitario avvenuti negli ultimi giorni.
Volendo semplificare in modo estremo, la parola chiave è una sola, dice Lotto: «incentivi. Più soldi per i medici che decidono di trasferirsi nel Bellunese, benefit che riguardano gli alloggi e qualsiasi altra azione che renda appetibile il lavoro dei medici e degli operatori sanitari in periferia e in montagna in particolare».
Del resto, negare l’esistenza del problema o «continuare a spiattellare gli investimenti realizzati, come continuano a fare la giunta regionale e i dirigenti dell’Ulss non cambia di una virgola la situazione. Ci sono reparti che sono di fatto chiusi, come Dermatologia a Belluno, o come il punto nascite a Pieve di Cadore, formalmente aperto ma privo di ginecologi e pediatri, quindi inattivo, ci sono liste di attesa lunghe e chi ha bisogno di una visita specialistica lo sperimenta tutti i giorni, c’è un aumento del flusso di pazienti che si rivolge a strutture esterne o ai privati».
La raccolta firme avviata da alcuni sindaci del Bellunese per la difesa del diritto alla salute, afferma la Segretaria, «è positiva e va sostenuta perché sensibilizza l’opinione pubblica e pone il tema all’attenzione dei decisori. Tutti hanno il diritto alla sicurezza e qui non chiediamo di avere un ospedale in ogni comune, ma solo di garantire le strutture indispensabili per salvaguardare la possibilità di vivere in montagna. Inoltre, con l’organizzazione dei Mondiali di Sci 2021 e delle Olimpiadi 2026, il territorio dovrà essere attrezzato anche dal punto di vista sanitario per assistere le migliaia di atleti e le decine di migliaia di turisti e visitatori che parteciperanno ai grandi eventi».
È sconvolgente la riduzione della buona sanità nella nostra provincia! Per non parlare di quanti denari spendiamo in privato per farci curare in tempi certi! E questa è la ricetta sbandierata come ottima da Zaia! Ma!!