Fase 2, Lotto e De Menech: «Un protocollo unico per le riaperture»
Un protocollo unico con pochi indirizzi generali indifferibili e incontestabili su cui tutti concordano, rappresentanti del mondo scientifico, categorie economiche, politica, sindacati ed enti locali. Lo propone il Partito Democratico di Belluno affinché finisca il balletto di responsabilità tra Regioni e Governo sulle riaperture delle attività produttive «le cui uniche vittime sono i cittadini, i commercianti, gli artigiani e i titolari di esercizi pubblici e imprese», afferma la Segretaria provinciale Monica Lotto.
In ogni contesto vanno evitati gli assembramenti e garantite la distanza di sicurezza, mascherine idonee, occhiali e guanti, misurazione febbre, pulizia mani frequente, sanificazione dei luoghi di lavoro e pubblici.
«Chi garantisce queste prescrizioni apra, lavori, si sposti» continua Lotto. «I territori si assumano la responsabilità di decidere. Dobbiamo uscire da questo scontro logorante tra rigoristi e permissivi. Ciascuno, compresi cittadini, politici e amministratori, porti sulle spalle questa assunzione di rischio e soprattutto di responsabilità. Senza l’insensato elenco questo si l’altro no. Ovviamente la responsabilità collettiva ed individuale deve prevalere».
Anche in queste settimane, proseguono gli incontri del deputato del PD Roger De Menech con i rappresentanti delle categorie economiche e con moltissimi piccoli imprenditori, commercianti e artigiani: «Comprendiamo la difficoltà nella quale si trovano, ci arrivano segnalazioni quotidiane sia a livello locale, sia a livello nazionale, e il nuovo decreto “Cura Italia 2” terrà conto delle richieste delle associazioni di categoria. Per quanto riguarda la Fase 2, serve un approfondimento ulteriore sulla base dei dati della curva del contagio per rivederle con differenziazioni anche all’interno delle stesse regioni, partendo da una base comune condivisa, perché quella del 1 Giugno per alcune categorie è una data troppo lontana».
«Per un territorio con bassa densità abitativa come il nostro – prosegue De Menech – probabilmente è più semplice ipotizzare aperture di locali pubblici, di negozi per la cura personale. Semplifico, ma consentire la riapertura di un cinema a Belluno credo comporti meno problemi che a Milano o a Roma. Lo stesso vale per la gelateria o l’estetista. È chiaro che ci devono essere delle linee guida nazionali, ma poi sta alle singole Regioni decidere e assumersi la responsabilità delle conseguenze».
Piano ad aver fretta di riaprire tutto per evitare danni economici solo sulla base di un atto di responsabilità, ci vogliono garanzie sulla salute di chi gestisce i luoghi aperti al pubblico. Quando un gestore si è ammalato e/o i suoi clienti si ammalano,allora sì ha perso tutto e ci hanno perso tutti:salute,lavoro ed economia. E se come utente volessi un certificato settimanale di tampone negativo esposto al pubblico prima di avvicinarmi ad un negoziante? Altrimenti che garanzie ho?