Sci, per la ripartenza servono almeno 500 milioni di risarcimenti
La stagione turistica invernale è definitivamente compromessa, ora servono risarcimenti nell’ordine dei 500-600 milioni di euro. È quanto emerge dall’incontro pubblico organizzato ieri sera dalla federazione provinciale del Partito Democratico di Belluno a cui hanno partecipato il Presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il Resp. Aree interne della Segreteria nazionale Marco Carra, il Presidente dell’Associazione italiana Maestri di Sci Maurizio Bonelli e il deputato bellunese Roger De Menech.
Il settore, ha ricordato la segretaria provinciale del PD Monica Lotto, ha subito un tracollo: «Secondo uno studio pubblicato da Demoskopika, tra dicembre 2020 e febbraio 2021 la montagna italiana ha perso 12 milioni di turisti con un impatto economico pari a 9,7 miliardi di euro in meno».
Tra le categorie a subire le maggiori conseguenze della pandemia sono stati i maestri e le scuole di sci, ha rilevato Bonelli. «Dei 15.400 maestri di sci iscritti all’albo in Italia, la gran parte vive di turismo invernale e sono rimasti senza una rete di protezione adeguata. I ristori previsti devono in molti casi ancora arrivare e dopo la mancata apertura delle piste la settimana scorsa l’orientamento dovrà necessariamente essere quello dei risarcimenti più che dei ristori».
«Oltre ai 400 milioni di ristori per gli impianti di risalita e al fondo per gli alberghi stanziati dal governo», ha affermato il presidente dell’Emilia Romagna, Bonaccini, «noi crediamo che la priorità delle priorità sia dare ossigeno alle categorie più in sofferenza, come appunto i maestri di sci. Ai primi di marzo approveremo una legge che prevede 1 milione di euro ed erogare quindi qualche migliaio di euro agli oltre 400 maestri di sci della nostra regione, lavoratori che finora non hanno visto niente».
Servono risposte per gli operatori della montagna
«Dobbiamo raccogliere l’appello che viene dal Presidente della Conferenza delle regioni Bonaccini e da chi rappresenta una fetta considerevole dell’economia della montagna, per concretizzarlo sul piano dell’iniziativa politica e parlamentare» ha detto Carra. «I dati sono inquietanti e quindi rinnoviamo il nostro impegno anche al Governo perché tutti i lavoratori, professionisti, stagionali, imprese, vengano risarciti e per cercare di dare una mano e far sì che questa straordinaria difficoltà economica che stanno vivendo certi settori non si trasformi in rabbia sociale. Io mi assumo questo impegno e credo avremo una convergenza politica molto ampia se non addirittura unanime».
«La prima risposta nella gestione della pandemia credo l’abbia già fornita Draghi», ha rimarcato Lotto. «Non possiamo più permetterci di arrivare all’ultimo minuto. I provvedimenti devono essere presi per tempo e per tempo comunicati almeno con una pianificazione di medio periodo».
In questi giorni sono in discussione alcuni provvedimenti – ad esempio nel “milleproroghe” – per la gestione tecnico-burocratica degli impianti per attuare alcune semplificazioni, spiega De Menech. «E poi ci sono le cifre di ristori e risarcimenti che si baserà sul lavoro preparatorio già fatto dal governo precedente. Con il decreto “Ristori 5” avremo 32 miliardi a disposizione e sono abbastanza fiducioso che verranno utilizzati bene e presto».
Infine, ha sottolineato il deputato, «la partita davvero importante riguarda la ripartenza. Nel momento in cui la pandemia dovesse attenuarsi dobbiamo essere nelle condizioni di consentire una ripartenza piena di tutto il settore legato al turismo della montagna».