18 Settembre 2024
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Sanità, De Moliner: “Dalla Regione nemmeno un euro per ammodernare gli ospedali bellunesi”

La mancata assegnazione all’ULSS 1 Dolomiti di fondi per l’ammodernamento del sistema sanitario bellunese è l’ennesimo schiaffo da parte della Regione e della maggioranza di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia a questa Provincia, sommata a un assordante silenzio dei rispettivi organismi locali e civiche collegate.

A questo si aggiunge la difesa da parte di uno dei nostri rappresentati in Regione che, invece di battersi per le reali esigenze di questo territorio, difende questa sciagurata scelta, elencando alcuni interventi già effettuati ad Agordo e a Feltre con fondi solo in parte regionali e l’adeguamento sismico e antincendio nel San Martino che – grazie a fondi governativi – verrà in ogni caso realizzato tra anni. In un contesto così delicato come è il servizio sanitario della nostra provincia, questo modo di fare dimostra lo scarso peso politico e il completo servilismo nei confronti di Zaia. Tutto ciò a scapito degli interessi dei cittadini di una provincia, la cui peculiarità geografica determina distanze impensabili in pianura per accedere a servizi salvavita essenziali (si pensi, solo per gli esempi più evidenti, alla mancanza della neurochirurgia e dell’elisoccorso notturno da anni proclamato), servizi che sono la prima condizione per contrastare lo spopolamento (soprattutto delle terre alte), assieme alla viabilità e mobilità, alla connettività e, ovviamente, al lavoro.

La scelta di non prevedere nella deliberazione approvata dalla Giunta Regionale (che ha stanziato per altre ULSS 562 milioni di euro) neppure una lira fuori corso per l’ammodernamento delle strutture sociosanitarie degli ospedali bellunesi sottolinea, per l’ennesima volta, il disinteresse da parte della Regione a questo territorio e la poca o alcuna autorevolezza e lungimiranza della dirigenza dell’ULSS 1 Dolomiti.

La situazione attuale

Tutto questo si esplicita in una situazione di stallo che perdura oramai da diversi anni su gran parte delle realtà territoriali degli ospedali e che le schede ospedaliere approvate nel 2019 hanno ulteriormente ingessato, togliendo servizi soprattutto all’Agordino e al Cadore. Il conclamato fatto che oggi gli Ospedali periferici non sono in grado di garantire l’operatività di servizi salvavita e lo stato in cui versa l’Ospedale San Martino di Belluno, via via spogliato senza tema di smentita di servizi, funzioni e professionalità, sono situazioni che denotano la radicata poca attenzione alla montagna e che incidono negativamente sul livello dei servizi offerti alla collettività provinciale, costretta sempre più spesso a ricorrere a prestazioni fuori provincia.

Riteniamo che la valenza provinciale del San Martino, parzialmente riconosciuta nelle schede ospedaliere, ma non attuata in termini concreti, sia un segnale chiaro dell’indirizzo programmatico della Regione e della maggioranza Lega-Fi-FdI nei confronti dei parametri sanitari che in un futuro già presente la nostra Provincia è costretta a subire, con scelte che hanno determinato queste situazioni:
– la Pediatria di Belluno con solo 3 medici e i rimanenti turni affidati a ditte e cooperative esterne;
– l’unità di Neurochirurgia che doveva eseguire interventi selezionati in emergenza, di fatto svolge solo attività ambulatoriale: gli interventi sono trasferiti tutti a Treviso al di fuori di qualsiasi parametro che alla golden hour si riferisca, tanto più se gli eventi capitano di notte quando si è costretti a percorrere tragitti verso Treviso solo con l’ausilio dell’ambulanza (l’elicottero è fermo);
– la Dermatologia è ancora in grave carenza di organico, con lunghe liste d’attesa;
– il reparto di Medicina Generale sotto organico, con conseguente sofferenza per i servizi di endocrinologia e diabetologia;
– nell’Oculistica l’unico medico con altissima specializzazione nella cura delle patologie oculari pediatriche da diversi mesi opera in un’altra struttura regionale, costretto in quanto non gli è stata garantita la reale operatività del servizio, togliendo così al San Martino l’attrazione di pazienti e limitando la possibilità di crescita professionale (oggi l’oculistica pediatrica è seguita da vari medici);
– la Cardiologia ha visto il trasferimento di 3 medici verso altri ospedali: oltre all’avvenuta nomina del primario, rimane comunque in una carenza di medici che al momento non trova soluzione;
– la Gastroenterologia ha visto nei mesi scorsi, a causa del trasferimento di 2 medici ad altre strutture ospedaliere, la reiterata scopertura dei due posti vacanti;
– un servizio di elisoccorso notturno annunciato come partenza imminente nel 2017 e ancora fermo al palo, mentre tutte le regioni del Nord Italia, ma non solo, hanno almeno una o due basi h24.

Tutte azioni che abbiamo già evidenziato e criticato in precedenza che fanno intravedere da una parte la volontà di trasferire parte dei servizi verso l’area vasta di Treviso, dall’altra la volontà di depauperare la sanità pubblica bellunese a favore di quella privata. Una scelta che non condividiamo assolutamente e che combatteremo in tutte le sedi e con ogni mezzo, assieme al gruppo misto e alla maggioranza del Comune di Belluno che riteniamo strategica nel proseguo agire insieme, anche in prospettiva di una futura alleanza elettorale.

Le nostre proposte

In una situazione pandemica che ha visto la nostra Provincia una tra le più colpite del paese, riteniamo ci sia il bisogno di un deciso salto di qualità attraverso l’ammodernamento e un rilancio dei servizi ospedalieri, partendo dall’applicazione delle schede ospedaliere dimostratesi ragionevoli e pensando anche ad alcune cogenti modifiche di quelle dove i servizi sono stati depotenziati (es. anatomia patologica). Si tratta di confermare, attraverso scelte chiare e non ambigue, la centralità provinciale reale in termini di servizi e discipline di alto livello ed eccellenza dell’Ospedale San Martino di Belluno e creando le condizioni di una medicina territoriale diffusa, anche attraverso il favorire la creazione di nuove medicine integrate che garantiscano la certezza nella continuità operativa nel tempo.

Vogliamo ricordare l’affermazione fatta il 20 luglio 2020 dall’Assessore alla Sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, in merito alla sanità della nostra Provincia: “la specificità della montagna, che ha indubbiamente necessità diverse rispetto ad altre zone, trova risposta in progetti innovativi e organizzazioni flessibili, promuovendo sperimentazioni come in altri paesi dell’arco alpino, in una più complessiva visione di sviluppo territoriale montano e di sostenibilità”. Affermazioni condivisibili, peccato che al momento non abbiano trovato attuazione neanche in questo frangente così difficile.

Riteniamo, infine, alla luce di questa vergognosa vicenda che ha determinato la mancanza di fondi deliberati per il nostro territorio, di avere il diritto di avere strutture ammodernate come nel resto del Veneto e un servizio migliore in loco senza dover effettuare tragitti inconcepibili (oltre 130 km per raggiungere il Cà Foncello a Treviso).

Per far questo consideriamo necessario il ripristino del potere nell’indirizzo e proposta operativa vincolante sull’organizzazione ospedaliera da parte della Conferenza dei Sindaci. Oggi, infatti, l’ambito di competenza della Conferenza riguarda solo gli indirizzi di programmazione dei servizi socio-sanitari territoriali ricompresi nelle aree di salute previste dal piano di zona. E’ necessario ripristinare il controllo territoriale con il concorso di gradimento e verifica della qualità della Direzione dell’ULSS che oggi è di competenza della Regione, tanto è vero che sulla nomina del Direttore dei Servizi Sociali la Conferenza dei Sindaci esprime solo un parere consultivo e non vincolante, spesso disatteso anche in questa provincia.

Per ultimo, ci auguriamo che il Presidente Zaia, nomi e professionalità alla mano, oltre che passione per il territorio e le sue comunità, nomini la prossima Direzione Generale e quella Sanitaria dell’ULSS 1 Dolomiti con maggiore qualità e spessore rispetto a quelle uscenti, lontane dai servizi e dai cittadini come poche altre volte è occorso negli ultimi 20 anni.

Roberto De Moliner
Segretario dell’Unione Comunale PD Belluno

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