Dal Farra: “I Fondi di Confine funzionano, attacchi infondati contro De Menech”
Il Fondo Comuni di Confine adesso funziona, è un dato di fatto: amministratori di ogni colore, associazioni di categoria, imprenditori, ma anche le persone comuni, riconoscono a De Menech i risultati raggiunti con un lavoro collegiale, di ascolto e confronto giorno dopo giorno.
Persino Roberto Ciambetti e Andrea De Bernardin, entrambi leghisti e strenui oppositori del Pd, riconoscono il merito del lavoro svolto da Roger De Menech come presidente del Comitato paritetico dei Fondi di Confine. Appare chiaro, quindi, che il tentativo di screditare De Menech mira a distruggere tutto quello che di buono è stato fatto in questi anni, solo per invidie personali.
Il rischio – nel caso fosse riscontrata un’incompatibilità – è che il Fondo venga immediatamente bloccato. Progetti per 270 milioni di euro in tutta la Provincia sarebbero interrotti. E a quel punto, dovremo “ringraziare” quanti osteggiano lo sviluppo della montagna per questo balzo indietro, frutto dell’enorme immaturità di una forza politica i cui rappresentanti mirano a distruggere tutto, senza saper o voler distinguere tra buone e cattive azioni.
Se vogliamo che questo territorio conservi un minimo di dignità, dovremmo remare tutti nella stessa direzione. Questo i Sindaci di tutta la provincia l’hanno capito. Hanno iniziato a dimostrare maturità politica scegliendo una gestione dei Fondi di più ampio respiro: lo si vede dal clima di collaborazione che ne è nato, dai processi di fusione andati a buon fine. Segno che c’è ancora chi antepone l’interesse generale a quelli particolari, al contrario di chi alimenta focolai di populismo a danno della collettività.
Infine, fa decisamente sorridere chi pone il tema della rappresentatività e della trasparenza e chi pensa alla gestione delle complessi questioni della montagna e del Bellunese come a semplici affari burocratici. Perché per governare bene un territorio è necessario conoscerlo, ascoltarlo e saperlo interpretare. Pensare che chiunque possa guidare il Comitato paritetico è una grossolana ingenuità: per riattivare il fondo ci sono voluti mesi di dialogo, c’è stata una capacità di relazione e di ascolto che ha consentito la crescita di un clima di fiducia reciproco tra i vari soggetti coinvolti. Al contrario di chi applica decisioni prese dentro quattro mura o, peggio solo a livello centrale romano, il Partito Democratico vive un costante rapporto di interscambio con il territorio. Lo fa attraverso i suoi organismi e attraverso i suoi rappresentanti. Perché la politica, separata dal suo rapporto con le persone e isolata dai risultati e dalle soluzioni in grado di proporre, è solo un inutile e fastidioso rumore di fondo.
Erika Dal Farra
Segretaria provinciale PD Belluno