Derivazioni idroelettriche, la Regione si tiene i soldi
«Non accettiamo di tornare ai tempi in cui i bellunesi andavano con il cappello in mano dai signori a Venezia a implorare benevolenza per vedersi riconosciuti i propri diritti»: dopo aver letto il testo della legge regionale che assegna a Venezia i ricavi delle grandi derivazioni idroelettriche, «incredibilmente sponsorizzata da due esponenti della Lega di Belluno», la Segretaria provinciale PD Monica Lotto promette battaglia.
«Siamo stufi di essere depauperati delle nostre risorse e di vedere centralizzati i benefici e localizzati sul nostro territorio i costi e i problemi. L’emendamento del consigliere PD Andrea Zanoni che obbligava la Regione ad assegnare automaticamente il 100% dei ricavi dei grandi impianti idroelettrici alla Provincia di Belluno è stato bocciato ed è stata di fatto introdotta una discrezionalità della Giunta e del Presidente. Se la Giunta o chi per essa lo vorrà, i ristori saranno a beneficio del territorio, altrimenti se li terranno a Venezia. E stiamo parlando di qualche milione di euro l’anno, risorse fondamentali per i lavori di compensazione ambientale».
Trascurata la specificità della provincia di Belluno
«Il provvedimento non tiene in alcun conto la riforma delle Province che assegna a Belluno autonomia in base alle proprie specificità, non rispetta la legge regionale 25 che attribuisce sempre alla Provincia di Belluno le funzioni in materia di risorse energetiche e costringe tutti noi a una interminabile concertazione con la Regione per vederci riconosciuto, forse, quanto già ci spetta».
«La legge è comunque monca», aggiunge Lotto, «mancando di assegnare a Belluno non solo gli aspetti regolatori, previsti come detto dalla legge 25, ma anche la possibilità di decidere autonomamente l’utilizzo delle risorse. Qualsiasi intervento dovrà essere concordato con la Regione, sia con la parte politica sia con la struttura burocratica».
Restano quindi escluse, conclude Lotto, «tutte le questioni ambientali, di ristoro e di tutela degli habitat. Ne sanno qualcosa i pescatori che testimoniano periodicamente le morie di pesci causate dal rilascio dei fanghi in occasione delle manutenzioni degli impianti. L’unico ente a stabilire regole e linee guida in questo settore è per noi la Provincia di Belluno. In Regione non hanno le competenze, né la sensibilità per affrontare un tema tanto delicato».