Il PD bellunese resta unito
Nei giorni dell’uscita di Matteo Renzi dal Partito Democratico, il PD bellunese resta unito.
A partire dal deputato Roger De Menech, che in un lungo post su Facebook spiega perché sceglie di restare: “Il Partito Democratico, con tutti i difetti e le sue contraddizioni, è ancora il porto sicuro della libertà di pensiero e azione per chiunque voglia contribuire a migliorare il nostro Paese“.
Sottolinea inoltre come in questo momento sia importante cercare di capire le ragioni di chi va e di chi resta, recuperare il rapporto con il territorio e gli elettori, coinvolgere la propria comunità nelle decisioni e continuare a stimolare l’azione progressista del Partito Democratico: “Penso che ci siano idee per le quali valga la pena combattere e quella del mantenimento del carattere aperto, plurale e inclusivo del PD lo è. Sia quando si fa parte della maggioranza, ma anche e soprattutto quando si è in minoranza. Niente è eterno”.
“Gli avversari restano quelli che hanno un sistema di valori e utilizzano mezzi di lotta politica completamente differenti dai nostri. – prosegue De Menech – Sono quelli che aggrediscono i giornalisti e vorrebbero relegare le donne ad ‘angeli del focolare’, solo per fare un esempio. Sono altro da noi”.
Anche la Segretaria provinciale Monica Lotto resta con convinzione: “Ho creduto nel PD fin dall’inizio e considero quel progetto più vivo che mai. Il PD ha tutte le carte in regola per realizzare quanto immaginato nel 2007: essere un partito aperto, riformista, plurale”.
“Per me il PD rimane la più grande scommessa politica degli ultimi anni – prosegue Lotto – e c’è tutta la volontà di portarlo avanti, allargando il consenso su base progressista. In questi giorni i nostri circoli si stanno riunendo e si riuniranno per approfondire insieme quanto avvenuto”.
A livello nazionale, il Segretario Nicola Zingaretti dedica le sue prime riflessioni al Corriere della Sera: “Ora il nostro compito è molto chiaro: bisogna portare nel futuro il Partito Democratico. Penso che sia un errore dividere il Pd, ma io garantisco e garantirò che è e rimarrà il luogo plurale di incontro e sintesi di pensieri diversi, per rappresentare e aiutare l’Italia che soffre e l’Italia che vince“.
“Siamo al Governo per realizzare con i fatti quella svolta che l’Italia si aspetta. Cioè riaccendere l’economia italiana, promuovere davvero la rivoluzione verde, tornare a creare lavoro, lottare contro le diseguaglianze, investire per innovare nelle imprese, nelle infrastrutture e nella conoscenza, semplificare l’Italia”.
Come puo’ un partito, qualsiasi sia, autoriformarsi, nel momento in cui viene meno una parte, la piu’ innovativa? la meno integrata?, la meno di “sinistra”? ( fate voi) e mantenendo gli stessi uomini di sempre? Buon lavoro, ma sono fuochi fatui. Il PD, con il suo Statuto e il progetto originario non esiste piu’!