Sanità: investire in prossimità e qualità dei servizi
«Dopo anni di tagli e privatizzazioni da parte della Regione, è ora di invertire la rotta. È necessario investire sulla prossimità e la qualità dei servizi socio-sanitari su tutto il territorio provinciale». Questa la proposta presentata dai 5 candidati del PD bellunese nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Pieve di Cadore, insieme al deputato bellunese Roger De Menech.
«L’Azienda Zero decide dall’alto, senza coinvolgere la comunità e i sindaci nelle scelte» afferma Fabio Candeago, ex primario di Psichiatria nell’ospedale del Cadore. «In dieci anni sono stati tagliati il 24% dei posti letto negli ospedali pubblici, lasciando inalterati quelli privati. Una precisa scelta politica verso la privatizzazione della sanità».
«Da anni il Partito Democratico bellunese porta avanti battaglie contro i continui tagli alla sanità da parte della Regione» ribadisce Cristina De Donà. «C’è bisogno di investire per garantire un servizio di qualità: più personale, più strumentazione, più mezzi adeguati».
Per il capolista Edi Fontana «È necessario potenziare il ruolo dei medici di base e rafforzare l’assistenza domiciliare, perché il nostro territorio è e sarà sempre più alle prese con età media avanzata e problemi di disabilità e non autosufficienza».
«Vivere in montagna è più faticoso», aggiunge Maria Teresa De Bortoli, «bisogna tenere presente questo fattore, sostenendo il più possibile il mondo del volontariato che è fondamentale nel supporto ad anziani e persone disabili. Un mondo che però non può essere costretto a sostituirsi a ciò che deve fare la sanità pubblica».
Per Adis Zatta «va completamente ridisegnata la gestione logistica di servizi come il Pronto Soccorso, tenendo conto del “differenziale montagna”: le risorse attualmente stanziate non sono proporzionali al numero di interventi eseguiti in zona. Quando si parla di montagna, bisogna pensare alla salvaguardia dei servizi per chi la abita tutto l’anno, tenendo anche presente che le zone dell’alta Provincia per 6 mesi all’anno sono frequentate da turisti che fruiscono dei medesimi servizi».
«La Regione cominci ad investire, anche attingendo ai fondi MES che mettono a disposizione ben 2 miliardi per la sanità – chiosa il deputato Roger De Menech – e prenda spunto dalle Regioni che nel post Covid stanno investendo miliardi per la sanità nelle aree interne del Paese».
Importante l’attenzione del PD per la Sanità e ci si augura che davvero si investano cospicue risorse per il rilancio della Sanità Pubblica (adesso sistematicamente depotenziata dai sovranisti) e, pure, per la Istruzione Pubblica, creando, così, nuovi posti di lavoro qualificato. Un inizio di sviluppo economico, nel settore pubblico, per il vantaggio dei cittadini. Sarebbe anche necessaria una diminuzione delle spese militari, una riforma della Giustizia e del Fisco. Una concreta valutazione dell’inutilità delle grandi opere, dal Mose alla Pedemontana, dalla Tav (perché non un potenziamento del Frejus, assai meno costoso) all’insensata possibilità di una riconsiderazione del progetto per il ponte sullo stretto di Messina, in zona sismica. Anche in considerazione dell’enorme debito pubblico sarebbe necessaria un poco di sobrietà nell’impiego delle pubbliche risorse. C’è già molto da fare per l’ordinaria cura del territorio, per la viabilità, per i treni regionali e la rete ferroviaria, per il ripristino del patrimonio immobiliare dei centri urbani ecc. Una politica di sviluppo economica che salvaguardi i beni comuni della collettività, che sappia coniugare il lavoro sostenibile con la tutela rigorosa dell’ambiente, nello spirito della Costituzione. Purtroppo il PD non ha dato risposte adeguate di sinistra nei confronti del disastroso progetto per il collegamento impiantistico Pusteria -Comelico, una spregiudicata speculazione affaristica sul turismo invernale, per di più con l’ausilio di risorse regionali pubbliche e contro il qualificato parere della Soprintendenza, Istituzione dello Stato. Non ha dato risposte adeguate nei confronti dello scempio ambientale perpetrato tramite i lavori per le piste da sci delle prossime Olimpiadi di Cortina. Per di più, in questo contesto, sembra condividere il divisivo progetto per l’autonomia del Veneto, inseguendo l’iniziativa della Lega. Invece sarebbe davvero ora di gettare un ponte verso le giuste istanze dell’intera area ambientalista, che già svolge un ottimo lavoro sul territorio, e allargare così, come avviene in gran parte di Europa, il fronte della Sinistra. Dunque, anche una battaglia di principi, che crei nuovo entusiasmo per un voto convinto e non solo, come adesso, un “voto utile”. Un modello di sviluppo economico per l’intera collettività, che premi l’imprenditoria virtuosa, che valorizzi le risorse della economia montana, le “specificità” della montagna. Una difesa ad oltranza della Costituzione per il lavoro sostenibile e per la tutela dell’ambiente, del paesaggio, identità della nazione. Di conseguenza, almeno un “NO” convinto per il prossimo referendum, oltre che un argine contro la deriva dei sovranisti e il caos che si portano appresso.