5 Ottobre 2024
Ambiente & TerritorioNews

Diga del Vanoi: come volevasi dimostrare, nel silenzio, tutto si muove. Facciamo rumore.

Per mesi, autorevoli esponenti politici di questa regione e di questa provincia hanno minimizzato la portata della nostra azione politica in cui denunciavamo il fatto che il progetto della diga sul torrente Vanoi fosse – in realtà – molto più avanti di quanto si voleva far sapere. Ancora abbiamo negli occhi il dibattito in Consiglio Regionale, ancora ci ricordiamo di chi ci ha accusato di voler strumentalizzare la vicenda. Ci dicevano che non c’era nessuna priorità e, anzi, che la Regione avrebbe tolto il Vanoi dall’elenco delle opere di somma urgenza. Peccato però che quando abbiamo chiesto di votare qualcosa di scritto abbiano detto “no”.

Oggi, nostro malgrado, scopriamo che avevamo ragione. Il progetto è fatto. Il Consorzio di Bonifica del Brenta ha speso circa un milione di euro per la sua redazione e solo ora annuncia di voler fare un confronto con la cittadinanza (è un obbligo di legge), forte di migliaia di pagine di relazioni create appositamente per voler costruire la diga. E’ davvero equo questo confronto? Chiaramente ci adopereremo a studiare le carte nei limiti delle nostre possibilità, ma di sicuro siamo di fronte a una battaglia tra Davide e Golia.

In ogni caso, le prime indicazioni che abbiamo avuto modo di leggere anche nel progetto del Consorzio del Brenta non ci fanno stare tranquilli. Neanche un po’. Certo, sul piano tecnico, tutto si può fare. Anche queste sono tutte storie già viste nel nostro territorio.

Una cosa è certa: dobbiamo andare avanti nella battaglia, perché non è solo questione di sicurezza ma anche della dignità di un luogo che su questo tema ha già dato molto. Rivolgiamo per questo un sentito appello a tutti i cittadini, ai movimenti politici che senza ipocrisie hanno sposato questa nostra stessa battaglia, ai comitati e alle associazioni: uniamoci, teniamo alta l’attenzione organizziamo una grande manifestazione, cerchiamo di attirare l’attenzione dei media anche nazionali.

Viviamo in un momento in cui il nostro territorio è diventato un terreno di conquista. Lo vediamo bene in questi giorni anche in un’altra vicenda, quella del bob: dopo che da Roma (Salvini) e da Venezia (Zaia) hanno tanto insistito per costruire la famosa pista da bob, ora vogliono imporci di pagare la gestione con le nostre risorse, il Fondo per i Comuni Confinanti. Questa storia può sembrare molto lontana dal Vanoi, ma il principio è sempre lo stesso: la caccia alle risorse.

E’ curioso notare, poi, come vengano a dirci che dobbiamo anche stare contenti – e lo scrivono nella lettera di accompagnamento – perché il Vanoi potrà diventare anche un bel laghetto turistico. Questa è, evidentemente, la considerazione che si ha della montagna.

La vicenda Vanoi testimonia una cosa: se cala l’attenzione le cose vanno avanti nel silenzio. Ed è proprio il silenzio che noi, nel nostro piccolo territorio assediato, non ci possiamo permettere.

E a proposito di silenzi: il nostro assessore regionale alla protezione civile e alla specificità bellunese, non ha ancora nulla da dire? e il senatore Luca De Carlo, presidente, fra l’altro, della Commissione agricoltura? A loro questa storia non interessa?

Alessandro Del Bianco
Segretario provinciale PD Belluno Dolomiti

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